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Over 50: sale il livello di disoccupazione. Ma c’è una speranza…

Disoccupati over 50. Una delle piaghe dei nostri tempi. Con le aziende in crisi, costrette a ridimensionare, se non addirittura a chiudere bottega, sono sempre più spesso coloro i quali hanno superato i 50 anni a rimanere per strada.

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ISTAT, cresce la fiducia di aziende e consumatori

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Quando l’ISTAT parla, è inevitabile che ci si metta tutti sull’attenti ad ascoltare, soprattutto in questo particolare momento storico, in cui è indispensabile prestare attenzione anche al più piccolo spostamento d’aria. È inevitabile quindi che la notizia di oggi secondo cui la fiducia delle imprese a febbraio sale ai massimi dal giugno del 2011, con l’indice che si porta a 94,9 punti (da 91,6 di gennaio), e quella dei consumatori sale a 110,9 punti (da 104,4 di gennaio), record dal giugno del 2002. L’ISTAT ci ha regalato una buona giornata con questi dati e un piccolo sorrisino compare sui volti di tutti noi…

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L’ISTAT annuncia che la produzione industriale è in calo dell’1%

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Dopo le conferme, arrivate oggi sulle previsioni di deflazione dei giorni scorsi, oggi l’ISTAT rende nota un’altra situazione non proprio rassicurante. La produzione industriale è in calo dell’1%.

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L’Italia è in deflazione e Squinzi vede nero

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L’Italia è in deflazione (è la prima volta dal 1959), non c’è crescita e la disoccupazione aumenta. Squinzi, Presidente di Confindustria, ammette: ” La situazione è drammatica. Siamo tornati ai tempi peggiori. Serve un progetto e scelte dolorose”. Continua a leggere

ISTAT, la fiducia di imprese e consumatori è bassa

Entrata ISTAT

Ripresa? Sembra sempre più un’utopia. E se chi vive di economia reale (quella più comune) questo lo poteva prevedere facilmente, l’ISTAT ha dipinto oggi un quadro non certo edificante su quello che ci attende da qui ai prossimi mesi. Continua a leggere

La recessione in Italia? E dov’è la novità!

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Ci avevate davvero creduto? Onestamente quando mi si parlava di ripresa economica, mi veniva un po’ da ridere. Discutendo continuamente con imprenditori, liberi professionisti, ma anche consumatori, la situazione mi era ben chiara. La recessione in Italia non è una novità. Continua a leggere

Rapporto ICE: in aumento le aziende che esportano

È stato presentato oggi, presso la sede dell’ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione dell’imprese italiane – la ventisettesima edizione del Rapporto ICE, che analizza la struttura e le dinamiche del commercio estero e del processo di internazionalizzazione del Belpaese, rispettivamente agli altri Paesi. Contestualmente, è stato presentato anche L’Annuario Statistico ISTAT – ICE edizione 2013. A fare gli onori di casa, il Presidente dell’ICE Riccardo Maria Monti ed il Presidente dell’ISTAT Antonio Golini, introdotti dal Vice Ministro Dello Sviluppo Economico Carlo Calenda. Il rapporto è stato presentato dal Prof. Lelio Iapadre, dell’Università degli Studi dell’Aquila, cui hanno fatto seguito le testimonianze di Giuseppe Recchi, Presidente dell’Eni e delegato della Confindustria per gli investitori esteri, di Paolo Scudieri, Amministratore delegato Adler e di Santo Versace, Presidente e Fondatore di Altagamma. I lavori sono stati conclusi dal Ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato.

I dati presentati, hanno evidenziato una fase di rallentamento nel ritmo di espansione degli scambi e della recessione in atto in Italia: le imprese esportatrici di merci italiane nel 2012 hanno aumentato le proprie vendite del 3,7%. A questo ha senza dubbio contribuito il miglioramento della competitività dei prezzi dei prodotti industriali italiani, anche grazie all’andamento dei tassi di cambio. L’aumento delle esportazioni e la contemporanea caduta della importazioni hanno prodotto un miglioramento del saldo commerciale, che è passato da un saldo negativo di -25,5 ad uno positivo di 11 miliardi di euro, tra il 2011 e il 2012. È stato grazie al miglioramento del saldo merci, che anche il disavanzo del conto corrente della bilancia dei pagamenti dell’Italia si è ridotto: ma il dato, va tuttavia letto come sintomo del perdurare di una fase economica tutt’altro che positiva.

Sono cresciute sensibilmente le esportazioni verso Usa, Svizzera, Turchia, Russia, e tra i principali Paesi dell’Unione Europea, verso la Gran Bretagna. Le importazioni sono invece diminuite relativamente a quasi tutti i mercati, con l’eccezione, ovviamente dei Paesi fornitori di gas e petrolio, in cui spicca l’aumento dei rapporti con la Libia, le cui importazioni sono tornate al livello precedente rispetto al cambio di regime.

La crescita delle esportazioni è trainata dai prodotti energetici raffinati, i farmaceutici, gli alimentari, la gioielleria, gli articoli in pelle e i prodotti in metallo. Intorno alla media annua hanno visto segnare un segno positivo l’abbigliamento e la meccanica, mentre il segno meno è apparso per settori quali tessili, gomma e plastica, elettronica e computer, apparecchi elettrici e mezzi di trasporto. Il numero delle imprese esportatrici è ulteriormente aumentato, grazie anche al traino di un euro più debole. L’incremento si deve agli operatori più piccoli, che da poco (anche le aziende minuscole) si sono affacciati sui mercati esteri. I dati, in generale evidenziano che la crisi ha avviato un processo di selezione tra le imprese che esportano stabilmente.

Il Ministro Zanonato, nel suo intervento che ha concluso la presentazione, ha voluto manifestare la propria idea. “Nonostante le difficoltà dovute alla crisi globale e a quelle dovute a problemi che ben si conoscono, come ad esempio il cuneo fiscale e l’accesso al credito, le aziende italiane che puntano sull’export aumentano e rappresentano una delle voci più dinamiche del nostro PIL. Noi dobbiamo restare al loro fianco, supportandole concretamente dal punto di vista promozionale, organizzativo e finanziario, oltre che assicurativo. Gli strumenti ci sono, è necessario potenziali e farli funzionare in modo più organico”.

David Di Castro