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Ferrero è l’azienda più apprezzata dai lavoratori. Lo dice il Randstad Employer Brand Research

È la Ferrero l’azienda italiana più apprezzata dai lavoratori. Questo è quanto emerge dai risultati del Randstad Employer Brand Research, l’indagine di Randstad che ha coinvolto 171.000 intervistati e 6400 aziende in 34 Paesi a livello globale, per cui in Italia sono stati intervistate oltre 7500 persone (occupati e non occupati) tra i 18 e 64 anni sull’attrattività percepita di 150 aziende potenziali datori di lavoro, attraverso un sondaggio indipendente in cui nessuna azienda si può iscrivere volontariamente per partecipare.

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Trattenere i talenti in azienda: questo l’obiettivo degli HR nel 2025

Trattenere i talenti in azienda. È questo l’obiettivo di quest’anno degli HR. Sarà forse per l’abbondanza di curriculum vitae che si ricevono, o magari per la difficoltà di trovare sul mercato del lavoro professionisti in grado di svolgere le mansioni richieste, la verità è che è più conveniente trattenere un bravo collaboratore che cercarne uno nuovo.

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Business: i 10 profili digital più ricercati nel 2025. Ecco quali sono…

Le professioni digitali continuano ad essere richiestissime sul mercato del lavoro e c’è da scommetterci che lo saranno sempre di più. Ingegneri, programmatori, analisti: sono tutti professionisti che difficilmente troveranno difficoltà a collocarsi lavorativamente in questo 2025.

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Le 10 skills più apprezzate dai recruiter italiani: sono qualità cruciali!

L’estate è un ottimo mento per cercare lavoro, in quanto le aziende pianificano le proprie necessità per settembre e i mesi successivi. Ma quali sono i requisiti più richiesti dai selezionatori HR? Randstad HR Solutions ha individuato le 10 skills più apprezzate dai recruiter italiani nel 2023.

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Torna il Clipper Stad Amsterdam, veliero di Randstad dove fare workshop e formazione

Torna dopo il successo dello scorso anno scorso, nei mari italiani il Clipper Stad Amsterdam, splendido veliero di Randstad, operatore mondiale nei servizi per le Risorse Umane, copia di un Dutch Clipper del XIX secolo, che diviene sede di riunioni di business e formazione.

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Talent Trends Report di Randstad Sourceright: 10 consigli per mantenere i talenti in azienda

Nei prossimi mesi le aziende investiranno per attirare i talenti, meno per trattenerli. Questo emerge dal Talent Trends Report di Randstad Sourceright.

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Metaverso, le 7 professioni più richieste per un business in evoluzione

Il metaverso è in poco tempo divenuta una risorsa per molte aziende. Un mondo parallelo, sempre disponibile, sempre aperto, con vantaggi facilmente identificabili per determinati tipi di business.

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South working, sono molte le aziende che ci vedono un’opportunità

I cambiamenti nel mondo del lavoro, soprattutto negli ultimi tre anni, sono stati tantissimi e hanno letteralmente stravolte quelle che erano regole e moduli che finora qualche hanno fa rappresentavano la cosiddetta normalità. Smartworking, lavoro ibrido, settimana corta, sono termini che sono entrati ormai a far parte della nuova era del mondo del lavoro. Ma c’è un altro concetto che sembra farsi largo ultimamente: è il south working che può essere uno strumento importante per lo sviluppo di alcune zone del Paese, in particolar modo, per l’appunto, il sud. Il 77% delle aziende ha adottato lo smartworking e il 46% è disponibile a progetti di remote working da 2 a 5 giorni settimanali. Numeri davvero importanti per modelli lavorativi che piacciono sia ai datori di lavoro, che hai dipendenti. 

Il south working, molto più di una semplice possibilità 

Questi numeri arrivano da un interessate studio di Randstad e Fondazione per la Sussidiarietà (FPS) “South working per lo sviluppo responsabile e sostenibile del Paese”, che sarà presentata oggi al Meeting per l’amicizia fra i popoli di Rimini.

La ricerca evidenzia come le aziende italiane strizzino l’occhio agli “hub di lavoro” al Sud, siano essi co-working o uffici veri e propri con personale residente lontano dalle grandi città del Centro-Nord: tali aziende sarebbero disponibili ad avviare simili collaborazioni per contribuire alla crescita (61%), per reperire figure professionali importanti (48%) e ridurre i costi (35,5%). Il 61% delle imprese pensa che l’hub possa essere gestito in modo diretto, come una filiale, piuttosto che tramite società di servizi esterne.

Lo studio mette in mostra numeri impietosi per il Sud, che starebbe andando incontro ad un calo importante della popolazione nei prossimi anni superiore alla tendenza nazionale. Entro il 2030 gli abitanti tra i 20 e i 64 anni si ridurranno dell’11% nel Sud Italia, rispetto al -6,7% atteso a livello nazionale. Questo andamento, rivela la ricerca, è effetto non solo di fattori demografici, ma di nuovi flussi migratori interni, legati alla ricerca di lavoro qualificato.

L’analisi ha preso in esame oltre 1 milione e 420mila offerte di lavoro pubblicate sui principali siti di ricerca online tra il 2019 e il 2021. Le offerte di lavoro al Sud sono state solo l’8% del totale, mentre il 78% dei posti di lavoro sono concentrati nel Nord e il 14% nel Centro.

“Fare scelte sostenibili e responsabili è una priorità per Randstad ma non solo – afferma Marco Ceresa, Group CEO di Randstad -. Sempre più imprese iniziano a considerare di favorire lo sviluppo nelle aree più fragili del Paese, cercando di trovare anche quelle competenze e quelle risorse preziose che sempre più si fa fatica a trovare nel Nord del Paese. La creazione di un hub di lavoro può davvero essere il volano per il south working, potendo reclutare competenze altrimenti non accessibili, garantire il bilanciamento vita-lavoro alle persone e sostenere di un indotto locale. Ma i presupposti fondamentali per esperienze di south working di successo sono la creazione di un’adeguata infrastruttura digitale, spazi adeguati e uno sforzo multilaterale tra aziende, agenzie per il lavoro, Comuni di riferimento e atenei universitari”.

“Lo smart working e la creazione di hub nel Sud sono una occasione straordinaria per favorire la crescita del paese e abbattere storiche diseguaglianze”, osserva Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, “Molti lavoratori qualificati del Mezzogiorno potrebbero così mantenere un legame con il proprio territorio, senza rinunciare a preziose opportunità. È una strada che potrebbe coinvolgere anche la pubblica amministrazione. Un percorso sussidiario che parte dal basso e potrebbe davvero cambiare il mondo del lavoro e dare un nuovo impulso all’iniziativa imprenditoriale al Sud”.

Le figure professionali ricercate nel Sud Italia

Sono 112.451 annunci di lavoro al Sud analizzati sul web nel periodo 2019-2021. Tra questi, quelli dedicati a profili con un livello di competenze alto sono 50.126. Nel dettaglio sono richiesti rappresentanti di commercio (4.054), sviluppatori di software (3.362), segretari con mansioni amministrative ed esecutive (3.001). 

Gli annunci per figure con competenze medie, invece, sono 41.506. In questo caso, sono soprattutto assistenti alle vendite (6.097),installatori e riparatori di apparati elettromeccanici (2.917) e manutentori di apparati elettronici industriali (2.061). Circa 20.819 annunci sono dedicati a professionisti con qualifiche di altro genere.

La situazione è molto differente d‘Italia: al primo posto il nord-ovest, con 617.482 ricerche aperte (43,5%), segue il nord-est con 482.712 (34%), e il centro con 207.655 (14,6%).

Torna nei mari italiani il Clipper Stad Amsterdam Ranstad: un’occasione per manager e professionisti. Ecco perché…

C’è un gradito ritorno tra i mari italiani, ovvero quello del Clipper Stad Amsterdam, splendido veliero di Randstad, primo operatore mondiale nei servizi HR, copia di un Dutch Clipper del XIX secolo.

Dal 31 maggio al 17 giugno prossimo questa meravigliosa e affascinante imbarcazione navigherà i mari tra Cagliari, Livorno e Genova, coinvolgendo manager, imprenditori, professionisti e stakeholder in attività di formazione e cene di business, approfondendo temi legati al mondo del lavoro, ma anche divertendosi con attività specifiche.

Il programma del Clipper Stad Amsterdam

 Si partita da Cagliari il 31 maggio, dove è previsto il workshop “Performance: Generare valore, Insieme”, per poi proseguire verso Villasimius. Qui, in virtù della partnership con il prestigioso marchio di yacht a vela Nautor’s Swan, sarà presente alla tre giorni della seconda tappa del circuito One Design 2022, la Swan Sardinia Challenge, durante la quale Randstad affiancherà la divisione sportiva di Nautor’s Swan, ClubSwan Racing come sponsor per eventi sociali.

Il 10 giugno il veliero salperà alla volta di Livorno, dove ci sarà il workshop “Posti vacanti e disoccupazione tra passato e futuro: secondo il Rapporto Randstad Research sul mismatch”. Infine, il tour si concluderà a Genova, con due incontri “Welfare: allenarsi per il tuo futuro benessere” e “Performance: Generare Valore, Insieme”.

“Dopo uno stop di due anni, torniamo sui mari italiani a bordo del Clipper Stad Amsterdam, offrendo a manager e imprenditori la possibilità di abbinare il piacere di una crociera ad occasioni di networking e formazione”, ha dichiarato Marco Ceresa, Group CEO di Randstad Italia. “Il Clipper Stad Amsterdam è il simbolo di Randstad e del suo spirito. La storia della sua realizzazione e la sua attività di training per giovani in ambito nautico rappresentano la nostra vocazione e i nostri valori fondanti: l’alta formazione e la specializzazione unite alla costante ricerca della perfezione e dell’internazionalità”.

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Workmonitor Randstad: c’è tanta voglia di cambiare lavoro. Ecco perché…

C’è tanta voglia di cambiare, di provare nuove esperienze, nella vita quotidiana (dopo tante costrizioni), ma anche nel lavoro. Secondo le rilevazioni del Workmonitor, l’indagine semestrale sul mondo del lavoro, realizzata da Randstad in 34 Paesi, intervistando per ogni nazione un campione di oltre 800 dipendenti fra 18 e 67 anni, emerge che più della metà dei lavoratori italiani sta cercando un nuovo lavoro o inizierà a farlo a breve.

Le motivazioni possono essere molto diverse e quello che è importante capire è che i manager delle aziende non possono perdere i loro talenti e allo stesso tempo devono cercarne altri.

I dati dello studio

È importante da subito mettere l’accento sul fatto che il 29% dei lavoratori italiani oggi sta attivamente cercando un nuovo impiego (l’Italia è al terzo posto al mondo in questa classifica), percentuale che arriva al 38% nella fascia tra i 25-34 anni. E un altro 24% sta pensando di cercarne uno nuovo, con un’incidenza più alta tra le fasce giovanili. D’altronde, gli italiani sono in penultima posizione al mondo fra coloro che nell’ultimo anno hanno ricevuto un aumento di stipendio (il 19%), in ultima per distribuzione dei benefit (53%), tra i meno agevolati dalla flessibilità (il 62% non può scegliere quante ore lavorare, il 60% dove e il 50% quando).

Altri numeri importanti: oggi il 38% lascerebbe il proprio datore di lavoro se non tenesse conto delle sue richieste, percentuale che sale addirittura il 56% tra i giovani di 18-24 anni.

Il ruolo del lavoro nella vita delle persone

Uno dei motivi principali per cui si cambierebbe lavoro è che lo stesso non è più in grado di soddisfare le ambizioni di realizzazione personale, in particolare tra i giovani. Per due terzi degli italiani (77%) “il lavoro è importante nella vita”, ma meno della metà (49%) lo ritiene realmente in grado di offrire uno scopo. E per il 60% la vita personale e più importante di quella lavorativa. Oltre metà (53%) dichiara addirittura che se i soldi non fossero un problema sceglierebbe di non lavorare affatto. 

Questo aspetto riguarda soprattutto la generazione Z. Infatti, oltre un terzo dei dipendenti (ben il 36%) ha già abbandonato un lavoro perché non si adattava alla propria vita privata, la percentuale sale al 51% tra i 18-34 anni. Il 38% degli italiani lascerebbe il lavoro se questo gli impedisse di godersi la vita, ma è pronto a farlo più di metà dei lavoratori dai 18 fino a 25 anni. Addirittura, il 23% dei dipendenti preferirebbe essere disoccupato che infelice sul lavoro, ma nella fascia 25-34 anni l’incidenza sale al 34%.

Nell’era dello smart working, le considerazioni legate alla flessibilità sono aumentate per gli italiani, ma non come dovrebbero. Infatti, il 76% dei lavoratori italiani auspica una flessibilità di orario, il 70% di luogo. Ma le aziende la offrono solo nel 50% dei casi per l’orario e nel 40% per il luogo. Il risultato è che il 27% dei lavoratori ha già lasciato un lavoro che non offriva, secondo il loro giudizio, una sufficiente flessibilità (percentuale che sale al 49% tra i 18-24 anni). 

Il tempo libero è destinato maggiormente alla famiglia (nel 66% dei casi), poi a prendersi cura di sé (49% fisicamente, 19% salute mentale), coltivare passioni (44%), viaggiare (34%), pensare al proprio sviluppo personale (24%), socializzare (12%). Poi vengono le attività di welfare familiare (26%) o comunitario (13%).

Le ambizioni professionali

Le ambizioni professionali risultano spesso poco considerate. Il 70% pensa che la formazione sia rilevante, ma solo per il 65% il lavoro attuale offre le giuste opportunità di formazione. I bisogni formativi più sentiti sono competenze utili a consolidare il ruolo attuale (nel 58% dei casi), sviluppare di competenze tecniche (53%), la formazione digitale (44%), lo sviluppo soft skill (40%). Gli italiani puntano meno alla riqualifica in vista di un nuovo ruolo (39%).

Tra le diverse azioni intraprese dai datori di lavoro per rendere felici i dipendenti negli ultimi 12 mesi, solo il 19% ha ricevuto un aumento di stipendio (contro il 36% nella media globale), il 23% ha ricevuto una nuova opportunità di formazione o sviluppo (25% globale), il 22% ha visto un aumento della flessibilità di orario di lavoro (26% globale) e il 26% di luogo (28% globale). E appena il 15% ha riscontrato maggiori vantaggi (contro il 22% a livello globale).

Ranstad: ecco le 10 ragioni principali per cui i lavoratori scelgono di lasciare un’azienda

Il concetto di lavoro in sé è molto cambiato negli ultimi anni. Una maggiore possibilità di ricorrere allo smartworking, il lavoro flessibile, il lavoro ibrido: gli italiani ne hanno sperimentate di situazioni rispetto alle classiche 8 ore di impegno quotidiano.

La valutazione dell’impiego, quindi, non può prescindere da un’attento studio delle possibilità che il mercato del lavoro offre.

Le relazioni professionali con i colleghi e superiori, la richiesta di un aumento di stipendio, la possibilità di richiedere di lavorare in smart working, dalle opportunità di carriera a quelle di specializzazione, dal clima aziendale al desiderio personale di cambiare: sono tutti fattori che oggi chi cerca un lavoro tiene fortemente in considerazione. Per capire meglio verso quale direzione si sta andando, Randstad ha stilato un decalogo delle 10 ragioni principali per cui i lavoratori scelgono di lasciare un’azienda.

Il decalogo dei motivi per le dimissioni

Ecco quali sono le motivazioni che spingono dipendenti, collaboratori e professionisti a dimettersi dal proprio posto di lavoro e cercare qualcosa di diverso.

  1. Relazioni professionali con i colleghi e i responsabili. La prima ragione per cui i lavoratori lasciano un’azienda è il rapporto con i colleghi di livello pari o superiore, anche se non conflittuale.
  1. Il contenuto del lavoro. Molte persone cambiano lavoro alla ricerca di un contenuto qualcosa di più interessante e stimolante, di quello attuale, più in linea con le aspettative del ruolo professionale che vogliono ricoprire.  
  1. I valori aziendali. Ma non c’è solo il tipo di lavoro. I compremessi oggi sono meno accettati rispetto al passato e si cerca sempre più un’azienda con gli stessi valori di chi ci lavora.
  1. Lo stipendio. Non c’è niente da fare, oggi ciascuno di noi si assegna un valore basato su competenze ed esperienza e pretende che tale valore sia rispettato. La leva economica oggi è particolarmente attrattiva per i lavoratori senior, meno per i giovani per cui sono altri i fattori cruciali.
  1. Il tempo. L’equilibrio tra vita privata e professionale è stato messo a dura prova durante il lockdown. Oggi i lavoratori sono meno propensi a sacrificare il tempo libero e possono scappare da condizioni “tossiche”, in cui l’attività professionale invade totalmente quella privata.
  1. Le opportunità di crescita. I più giovani cercano prospettive di crescita, step professionali rapidi, stimoli continui. L’offerta di percorsi di carriera strutturati e ambiziosi è uno degli elementi di attrazione dei candidati.
  1. La specializzazione. Crescere professionalmente è un’opportunità che è fortemente desiderato. Le aziende più apprezzate sono quelle che offrono possibilità di formazione.
  1. Il clima. L’ambiente è fondamentale e il clima in ufficio è determinante per il benessere di chi ci lavora. Se non è positivo, l’attrattiva per un’azienda è certamente minore.
  1. Il lavoro da remoto. È una novità arrivata con la pandemia: molti lavoratori cercano espressamente offerte di lavoro che consentano di svolgere l’attività a distanza, magari da luoghi diversi dagli uffici delle grandi aree urbane, con maggiore flessibilità sugli orari e improntati al raggiungimento di obiettivi
  1. Il desiderio di cambiare. Delle volte cambiare il posto di lavoro può significare dare un taglio alla quotidianità per aprirsi a nuove sfide, stravolgere completamente la propria vita per mettersi alla prova con un’avventura che dia un nuovo significato al proprio percorso.

2022: ecco le professionalità che vanno per la maggiore secondo uno studio di Randstad

Magazziniere, operaio e infermiere. Questo il podio dei mestieri più ricercati in Italia nel 2022. Poi troviamo l’addetto al call center, l’impiegato amministrativo, l’operatore di macchine utensili, l’operatore sociosanitario, l’elettricista, lo sviluppatore Java e il saldatore a chiudere la top 10. Tra i top ci sono anche l’operatore dell’industria alimentare, il system administrator, l’addetto alle macchine per la lavorazione del legno, l’operatore multiservizi nella ristorazione e l’addetto all’help desk.  

Questi i 15 profili più ricercati sul mercato del lavoro, secondo uno studio di Randstad che ha analizzato gli annunci di lavoro di inizio 2022 del primo operatore nei servizi per le risorse umane, che complessivamente rappresentano quasi 4mila posizioni aperte. Differenti sono le competenze richieste, livelli di alti e provenienza da settori di appartenenza, che nel loro insieme evidenziano quelli che sono i trend in atto sul mercato del lavoro, in un momento di forte crescita dell’offerta, ma anche di difficoltà nel trovare i candidati giusti per soddisfare le esigenze delle imprese.

Il profilo più richiesto è il magazziniere, per cui Randstad ha oggi oltre 1200 posizioni aperte. Una professionalità molto richiesta anche per l’espansione del settore della logistica come effetto della crescita produttiva e del boom dell’eCommerce, testimoniato anche dalle crescenti richieste di addetti ai call center per l’attività di assistenza clienti. 

Tra i più richiesti c’è sicuramente l’operaio metalmeccanico, che con quasi 900 posizioni aperte è particolarmente apprezzato evidentemente, come anche gli operatori di macchine utensili (al 6° posto), elettricisti (8°), saldatori (10°), operatori dell’industria alimentare (11°) e addetti alle macchine legno (13° posto) per supportare l’aumento dell’attività produttiva e per inserire le nuove competenze richieste dalla quarta rivoluzione industriale. 

A seguire l’infermiere (oltre 800 posizioni aperte), professione introvabile per definizione, che, insieme all’operatore sociosanitario in settima posizione, evidenzia la cronica carenza di professioni sanitarie, aggravata con l’esplosione della pandemia e le nuove esigenze di cura e assistenza. Ovviamente grande richiesta c’è anche per i settori tecnologici.

L’analisi fa riferimento alle ricerche di lavoro aperte su tutta Italia, ma emergono alcune specificità territoriali in funzione delle specializzazioni dei vari distretti: le richieste di operatori macchine utensili, ad esempio, riguardano soprattutto il Nord Italia, mentre gli operatori per macchine del legno sono concentrati nel Nord-Est e gli elettricisti sono particolarmente ricercati nel centro sud. 

“Questa selezione evidenzia alcune delle professioni chiave per la ripresa, verso cui è utile si orienti chi è alla ricerca di un’opportunità di impiego”, afferma Elena Parpaiola, Amministratore Delegato di Randstad Italia, responsabile delle attività di staffing, permanent e welfare.

“Il mercato del lavoro italiano sta vivendo uno straordinario momento di vitalità, eppure le aziende faticano a trovare le persone giuste, perché la talent scarcity è una realtà con cui confrontarsi”, spiega Simona Tansini, Amministratore Delegato di Randstad Italia con delega sui business Inhouse, Verticals, Public Sector.