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Giovani, aziende e lavoro: una fotografia sui desideri e le effettive necessità

Giovani e lavoro: qual è la situazione in Italia? Sono stati pubblicati i dati dell’Osservatorio sul mercato del lavoro Joinrs Data Loop, che ha scattato una fotografia della situazione attuale del mercato del lavoro in Italia, accendendo i riflettori sulla GenZ, sui Millennials e sulle grandi aziende.

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Competenze green: anche nel settore legal queste skills sono davvero preziose

Competenze green, questa sembra essere la parola chiave in questo momento. I manager devono avere queste skills ed anche nei settori più impensabili, come quello legale, questo aspetto viene fortemente tenuto in considerazione.

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Come diventare imprenditore digitale? Ecco 5 skills utili

Il mondo del lavoro sta cambiando, così come ruoli e professioni. Ecco che anche il ruolo dell’imprenditore diventa sempre più orientato verso il mondo digitale. Ma come si diventa imprenditore digitale?

In Italia si stimano quasi 55 milioni persone attive sul web, ovvero il 92% della popolazione totale, e, per lavorare nelle imprese, sono richieste competenze digitali per 7 assunti su 10, pari a 3,2 milioni di lavoratori.

Il 28,9% di questi profili, ovvero circa 940 mila posizioni lavorative, è difficile da reperire sul mercato del lavoro per inadeguatezza o per numero ridotto dei candidati. Ovviamente si manifesta dunque una carenza di competenze digitali per le Pmi. Questo è quanto emerge dall’ultima indagine di Unioncamere, nel corso dell’Internet governance forum Italia 2020.

L’ente ha diffuso i dati relativi alla trasformazione digitale nel settore produttivo mettendo in risalto in particolar modo i profili ricercati per le assunzioni e le e-skill più difficili da reperire, oltre a scattare un’istantanea che attesta che ad essere carente è la formazione, non gli strumenti. Per affrontare i nuovi modelli di business, le aziende dunque devono rimettersi in campo, reinventarsi in alcuni casi, ed ecco che la formazione diventa indispensabile per acquisire nuove skills, quelle necessarie per il nuovo mondo del lavoro.

Pietro Gangemi e Mirko Delfino, co-founder di Build your Brand, una realtà digitale nata a Reggio Calabria, ma con clienti che arrivano da tutta Italia ed anche Europa, hanno stilato una lista delle 5 digital skills indispensabili per competere nel mercato occupazionale e diventare i futuri professionisti di internet, come social media manager, digital analyst e web marketing manager.

“Vogliamo contrastare l’arretratezza di competenze in ambito digital in Italia e – spiegano Pietro e Mirko – a tal proposito abbiamo dato vita ad un’academy, Build Your Brand University, che consente a imprenditori, studenti e professionisti alle prime armi con il web di acquisire le competenze necessarie per creare il proprio marchio o promuovere la propria impresa online, attraverso corsi, webinar e lezioni di digital marketing”.

5 skills per diventare imprenditore digitale

Ecco dunque le 5 e-skills per diventare imprenditore digitale:

  • Social Media. Il primo passo da compiere è acquisire la capacità di identificare, salvare, organizzare, dare valore e condividere informazioni sui social network e nelle comunità virtuali. A ciò si aggiunge, avere padronanza dei principali canali di comunicazione online quali Web, social network, app di messaggistica ed usarli efficacemente. 
  • User experience. La user experience è l’esperienza che un potenziale cliente ha all’interno di un sito, di un blog, di un ecommerce. Conoscere i principi alla base della user experience è senz’altro una delle cose più importanti per chi vuole avviare un business online, per conoscere le reali necessità ed esigenze del cliente. 
  • Digital awareness. Il terzo step è quello di essere in grado di comprendere l’uso corretto degli strumenti digitali, prestando la dovuta attenzione all’equilibrio tra vita professionale e salute personale. 
  • Digital Networking. La condivisione del sapere è uno degli elementi cardine di Internet e della Digital Transformation. Rappresenta la capacità di identificare, recuperare, organizzare, capitalizzare e condividere il patrimonio di informazioni all’interno di reti e comunità virtuali.
  • Data Analytics. Infine l’ultimo passo è studiare le tecniche per analizzare il dato. Gestire la multitudine dei dati, ovvero i Big Data, significa avere un approccio data driven al business, per prendere decisioni consapevoli e anticipare il futuro. Sono le competenze e le tecnologie di Analytics a trasformare i dati grezzi in informazioni di valore per i decision maker aziendali: oggi, infatti, è possibile ottenere vantaggio competitivo grazie a decisioni tempestive e più informate, non solo per le realtà più grandi ma anche per le piccole e medie imprese. 

Skills per il lavoro: ecco cosa pensano gli italiani

Cosa si intende con il termine skills per il lavoro? È una internazionalizzazione di quello che noi da sempre definiamo competenze/abilità. E per lavorare al giorno d’oggi ne servono davvero tante. Ma gli italiani pensano di possederne? “The Workforce View 2020 – Volume Uno” realizzata da ADP, multinazionale leader nell’ambito della gestione delle risorse umane, che ha intervistato circa 32500 lavoratori in tutto il mondo, 2000 in Italia, ha esplorato le opinioni dei dipendenti riguardo alle problematiche attuali sul posto di lavoro e il futuro che si aspettano. 

I dati dello studio

Dallo studio è emerso che il 95% degli italiani è sicuro di possedere le competenze necessarie per svolgere al meglio il proprio lavoro.

Poco meno della metà, il 43% degli italiani, pensa di avere il ruolo e la paga appropriato per le proprie competenze ma, mentre negli uomini questa percentuale è del 47%, nelle donne scende al 38%. Il 36% degli intervistati pensa invece dovrebbe essere pagato di più (30% degli uomini e 42% delle donne), il 30% vorrebbe più responsabilità e autonomia (30% uomini, 28% donne).

Quasi tutti i settori sono stati interessati dall’innovazione digitale negli ultimi anni. Di conseguenza, si è verificato un sostanziale cambiamento del tipo di lavoro svolto dai dipendenti e delle competenze richieste, ma questo non sembra appunto preoccupare gli italiani. Secondo i risultati di Workforce View, 1 lavoratore italiano su 10 pensa tuttavia che il proprio lavoro non esisterà più fra 5 anni, soprattutto per chi lavora nel settore finanziario (23%), nel real estate (20%) e nel settore IT e delle telecomunicazioni (17%).

Il 47% degli intervistati pensa però di avere più chance oggi, rispetto a 5 anni fa, di cambiare posto di lavoro (non solo il luogo, ma anche la tipologia).

“Alla luce dell’eventualità di un rapido cambiamento delle competenze richieste, la stragrande maggioranza (95%) dei lavoratori, ritiene di disporre delle competenze necessarie per ottenere successo. – commenta Marisa Campagnoli, HR Director ADP Italia – Questo scenario potrebbe suggerire tanto una mancanza di preparazione nei confronti dell’evoluzione del lavoro da parte di persone incapaci di prevedere il cambiamento, quanto una notevole propensione all’adattamento. Tuttavia, nonostante questa ambizione, i dipendenti non ricevono le opportunità desiderate: un terzo degli intervistati (30%) chiede maggiore responsabilità, autonomia o un ruolo più avanzato. Ciò dovrebbe allarmare i datori di lavoro, il mancato avanzamento di carriera è un importante fattore alla base dell’abbandono dei posti di lavoro”.