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Settembre, il mese dei progetti e delle ripartenze. Siete pronti?

Basta farsi un giro sui vari social network per comprendere l’umore di chi dopo 15-20 giorni di vacanza torna al lavoro. È cupo, nero. La sveglia che suona, gli abiti da ufficio da tornare ad indossare, il traffico

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Si torna in ufficio dopo le vacanze: 4 aspetti aspetti che (forse) non avete considerato

Insieme al blue monday, probabilmente lunedì 30 agosto sarà il più triste dell’anno. Il motivo è semplice, si torna in ufficio dopo le vacanze. Già di per sé questo basterebbe, ma ci sono tutta una serie di aspetti collaterali che vengono presi solitamente in considerazione solo nel momento esatto in cui si presentano.

Il traffico, un nemico ritrovato

Ve lo eravate soldati eh? Le città non si svuotano più in agosto come accadeva fino a 40-50 anni fa, ma c’è da dire che le congestioni stradali si riducono di parecchio in questo periodo.

Ma da lunedì, beh, bisogna prepararsi al peggio, anche se il culmine ci sarà quando inizieranno le scuole. La soluzione? Semplice, approfittate della freschezza ritrovata in vacanza e alzatevi 20 minuti prima del solito. Probabilmente troverete meno traffico sulle strade e avrete tempo anche di fermarvi al bar per una corroborate colazione!

Il guardaroba si spalanca di nuovo di fronte a voi!

Probabilmente avrete trascorso gli ultimi 15-20 giorni indossando nella migliore delle ipotesi maglietta, pantaloncini e infradito. Purtroppo è arrivato il momento di tornare ad un outfit da ufficio.

Il consiglio è quello di non esagerare anche perché se è vero che le vacanze volgono al termine, altrettanto non è per la stagione estiva che negli ultimi anni nel mese di settembre ci ha riservato sempre temperature altissime. Dunque, iniziate con outfit molto molto leggeri: camicie sì, ma preferibilmente di lino, pantaloni in cotone e mocassini possono certamente andare benissimo nella prima settimana di rientro in ufficio. Ci sarà tempo per giacca e cravatta… Pensate anche al fatto che, nonostante ormai quasi tutti abbiamo l’aria condizionata in auto e in ufficio, il caldo eccessivo può causare improvvise e antipatiche sudorazioni… Meglio dunque stare leggeri e asciutti, piuttosto che mettere in mostra antipatiche e poco edificanti macchie di sudore.

Il problema del pranzo

Negli ultimi giorni, una fresca insalata al volo, una bibita fresca e via di pisolino! Ora quest’ultimo scordatevelo, ma l’alimentazione deve comunque rimanere leggera. Non vi fate attrarre da pranzi luculliani, sospinti da colleghi poco inclini ad una sana alimentazione. Ne paghereste le conseguenze dalle 14 in avanti…

L’idea di “dover fare qualcosa”

“Cosa facciamo oggi?”. Questa è la domanda che vi ponevate in vacanza. Aggiungere in verbo “dovere” è una naturale conseguenza del ritorno alla normalità. Gli impegni vanno portati avanti nei tempi e nei modi corretti. Pertanto il modo migliore per rientrare nel “modalità lavoro” è quello di predisporsi mentalmente da subito. Dopo tutto la vacanza, lo sappiamo, rappresenta una parentesi nella nostra vita e dunque come tale dobbiamo considerarla.

E soprattutto in un momento storico come questo, non bisogna dimenticare le tante persone che un lavoro non ce l’hanno più e di vacanze hanno solo potuto vedere le vostre nei post di Instagram…

Ricominciare a lavorare dopo le vacanze: ecco tre consigli per evitare lo stress

Ricominciare a lavorare dopo le vacanze non è semplice e anche se ci sentiamo carichi e pronti, la realtà dei fatti è che il rientro al lavoro non è mai cosa facile.

Come fare ad attenuare quel senso di ansia e stanchezza che caratterizza i primi giorni di lavoro dopo le ferie estive? Beh, certamente molto dipende da noi. Se pensiamo di poter riprendere con gli stessi ritmi frenetici di sempre, non siamo sulla strada giusta.

Durante le vacanze ci siamo rilassati, abbiamo avuto modo di pensare a progetti, iniziative e probabilmente la grande voglia di mettere tutto ciò in pratica potrebbe creare qualche problema di stress eccessivo. È il caso di mettere in pratica allora qualche consiglio che arriva da professionisti come Alice Bush e Michael Carbone che hanno creato e gestiscono una realtà dedicata all’empowerment personale chiamata Ritualmente, prima palestra virtuale in Italia dedicata alla mindfulness e all’empowerment personale.

3 consigli per tornare al lavoro dopo le vacanze senza stress

Applicare la tecnica dei “5 perché”

La principale strategia da mettere in atto per capire qual è la spinta motivazionale che ci guida nel nostro lavoro, è fermarsi un istante e porsi delle domande. Forse, la mancanza di motivazione al lavoro deriva proprio dal fatto che non si trova un reale senso in quello che si sta facendo. Magari prima lo aveva, ora non più. Ed è perfettamente normale. Non siamo esseri statici ma persone in continuo cambiamento. Per comprendere tutto questo, occorre ripartire dal “perché” e costruire attorno a questo perché delle domande, come ad esempio “Perché hai deciso di iniziare tutto questa professione?”, “Qual è stata quella spinta che ti ha fatto prendere la decisione di intraprendere questo lavoro?”.

Per compiere al meglio questo primo step, Alice e Michael suggeriscono di applicare la tecnica dei 5 perché, vale a dire rispondere alla domanda “perché” per 5 volte, un numero sufficiente per andare abbastanza in profondità in qualunque intenzione celata dietro l’azione che si vuole compiere e analizzare: con questo esercizio è possibile riscoprire la profonda ragione che  ha portato a iniziare un certo percorso e ripartire da lì. La cosa importante è individuare quella ragione e iniziare a pensare come costruire un percorso attorno ad essa.

Smettere di procrastinare attraverso la pianificazione e la creazione di una routine personalizzata

Ogni volta che inizia la giornata lavorativa, siamo consapevoli che ci aspetta quel progetto enorme di cui ci sentiamo responsabili, eppure continuiamo a rimandare, l’ansia cresce e la motivazione a lavoro cala. Ci sono diversi motivi che possono spingerci a procrastinare: uno di questi è proprio il fatto di imbattersi in una visione troppo grande, senza riuscire a individuare i primi passi da compiere verso la realizzazione del progetto. Il punto è che quella sensazione non si cancella del tutto, bensì rimane come un rumore di sottofondo che disturba le giornate; se è questo il vostro caso, allora è giunto il momento di fermarsi e pianificare.

Secondo Alice e Michael, occorre fare una serie di “piccoli rituali” per combattere l’inattività: curarsi come se si dovesse andare a un appuntamento importante; creare un’atmosfera confortevole intorno; fare un brainstorming degli obiettivi; scomporre in tanti progetti con task ben precise e iniziare a calendarizzare sulla base di una visione annuale/mensile/settimanale e giornaliera a seconda della durata del progetto. Crearsi una routine personalizzata, infatti, è il punto fondamentale attorno a cui Ritualmente sviluppa i suoi contenuti.

Curare la propria autostima

Paura del fallimento, del successo e del giudizio, perfezionismo, eccessiva insicurezza hanno tutte una stessa radice: bassa autostima. Le persone che tendono a sottostimarsi hanno un’idea pressoché negativa di loro stesse, che non rispecchia le aspettative richieste; la naturale conseguenza è una mancanza di motivazione a lavoro e il subentrare di una sensazione sempre più preponderante di paura e incertezza.

Secondo Alice e Michael, occorre innanzitutto essere in grado di distinguere sempre il proprio valore personale dal lavoro. La nostra professione, qualunque essa sia, deve essere un motivo in più per crescere e non dovrebbe essere motivo di blocco o scoraggiamento. Dobbiamo considerarci dei “work in progress”: nessuno arriva mai da nessuna parte per davvero, siamo tutti in viaggio e, bisogna trasformare la mancanza di autostima in una costante voglia di migliorare.