Tra intelligenza artificiale e intelligenza artificiale ibrida: la nuova sfida dell’immobiliare

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L’intelligenza artificiale sta avendo un’impatto davvero importante sulle nostre vite, anche lavorative. Questo perché è diventata un’opportunità di sviluppo e facilitazione alla portata di tutti. Anche nell’ambito della gestione dei condomini può risultare utile ai manager che li gestiscono e devono “mettere d’accordo tante teste”.

Di questo tema si è parlato in occasione del convegno “Formazione e consulenza immobiliare nell’era dell’Intelligenza Artificiale” presso la sala ISMA (Istituti di Santa Maria in Aquiro) del Senato della Repubblica a Roma.

L’appuntamento, promosso del Senatore Filippo Sensi e moderato da Adriana Apicella, ha firmato la V edizione del REMF (Real Estate Management Forum) format ideato da Francesco Di Castri Amministratore Delegato di Sinteg Servizi Immobiliari integrati, che nel corso degli anni ha provato ad accendere la luce su alcuni punti essenziali del percorso evolutivo dell’amministratore immobiliare con una prospettiva orientata verso il futuro.

“L’Intelligenza artificiale è già parte, seppur in dosi più o meno diverse, della nostra quotidianità. Si parla molto della trasformazione, se non della sparizione, di numerose attività professionali nell’arco di pochi anni. Come sopravvivere? E come evitare di aumentare la percentuale dei disoccupati? Puntando il tutto su un fattore che l’intelligenza artificiale, per quanto evoluta, non avrà mai: la sensibilità umana. Dato, questo, confermato anche dal nuovo sondaggio, avviato da Sinteg nel mese di marzo con diffusione dei risultati il 24 maggio prossimo, su un campione rappresentativo della popolazione italiana, in particolar modo del mondo condominiale che, non dimentichiamolo, è costituito da oltre 30 milioni di condomini.  A vincere è il livello di empatia che le persone ancora oggi chiedono. Va bene la tecnologia, va bene la precisione del dato, va bene l’individuazione rapida (con relativa risoluzione) del problema. Ma le persone, e quindi i condomini, cercano e cercheranno sempre il valore umano espresso attraverso il contatto interpersonale. Indubbiamente lo scenario racconta altro, ovvero che la tecnologia si evolverà sempre più e quindi il confine tra uomo e umanoide sarà sempre più labile. Ma è questa la vera sfida ed è qui che bisogna alzare l’asticella. Sarà la massima attenzione alla cura dei dati e delle persone a fare la differenza. Per cui se da una parte ci saranno gli umanoidi (o comunque la tecnologia) ad occuparsi di svolgere alla perfezione servizi automatizzati e automatizzabili, dall’altra l’essere umano, e nello specifico l’amministratore immobiliare, potrà occuparsi del rapporto empatico con il suo cliente, ovvero il condomino”, ha dichiarato Di Castri.

Se è vero che l’intelligenza artificiale potrebbe far scompare l’1% delle professioni, è anche vero che il suo sviluppo può portare alla nasce di un 1,6% di nuovi professionisti: questo il concetto che ha voluto esprimere il Presidente di Confassociazioni Angelo Deiana. “Ciò che muore nella professione sono i processi di routine mentre le soft skill non solo restano ma sono gli strumenti ideali per primeggiare contro l’intelligenza artificiale. Immaginiamo un mondo dove l’hardware è rappresentato dall’AI e il software dagli amministratori che, avendo più tempo a disposizione, possono risolvere questioni altamente complesse”.

Il Prof. Vincenzo Vespri ha provato a delineare il futuro, affermando che “non esiste competizione, sul profilo linguistico cerebrale, tra AI e uomo fin quando il nostro emisfero destro, quello della creatività, è salvo”. E il ricercatore Giacomo Russo che con il suo progetto di ricerca in ambito condominiale ha dimostrato quanto sia “importante optare per un’intelligenza ibrida, costituita cioè dal giusto compromesso tra creatività umana e razionalità tecnologica”.

Anche Marcello Incerti, attraverso una simulazione in sala ha dimostrato come, con i giusti comandi, il bot Olivia svolge, in maniera efficace ed efficiente, tutta una serie di operazioni che se gestite dall’uomo hanno bisogno di un monte ore molto più elevato.