Una nuova carriera professionale: preparare un piano B
Qualche volta la vita non va proprio come dovrebbe e si rimane lì a pensare su cosa si sia sbagliato. Ma il primo pensiero dovrebbe essere sempre quello di ricominciare e soprattutto sul lavoro è bene cautelarsi sempre con un piano B per avviare una nuova fase professionale.
Da dove ricominciare per una nuova fase professionale?
La prima cosa da fare è iniziare a programmare e a pianificare la nuova carriera professionale nei dettagli, valutando come primo fattore se c’è la fattibilità e le skills necessarie. Determinante è dedicarsi al proprio piano B mentre si lavora e si è in una fase positiva, prima di tutto continuando a mantenersi aggiornati, confrontandosi con esperti sulla materia su cui ci si vorrà focalizzare e acquisendo certificazioni.
“In un contesto in cui il cambiamento fa parte della quotidianità lavorativa, l’aggiornamento costante delle competenze a tutte le età è un dovere sempre più individuale delle persone e un tassello cruciale per progettare il cosiddetto piano B – commenta Cetti Galante, Amministratore Delegato di Intoo (società di Gi Group leader nei processi di sviluppo e transizione di carriera) –. Fondamentale è essere consapevoli che non si improvvisa e che soprattutto non si tratta di un ripiego, ma che può essere il motore in grado di alimentare una nuova fase lavorativa; va progettato con cura, valutando con lucidità la realizzabilità, le possibilità di tenuta nel tempo e costruendosi credibilità in anticipo”.
I consigli di Intoo per una nuova carriera lavorativa
- Si deve partire da una profonda e ampia autoanalisi delle proprie capacità, al fine di capire la spendibilità delle proprie caratteristiche professionali e personali in un percorso autonomo/imprenditoriale con particolare valutazione su 5 elementi: competenze distintive da offrire sul mercato con punti di forza e aree di miglioramento, qualità e forza dei contatti professionali maturati, livello di autonomia, capacità organizzativa e di gestione dell’imprevisto.
- Serve poi un’autentica riflessione sulla motivazione personale al cambiamento, nella consapevolezza che una condizione autonoma comporterà un nuovo equilibrio economico e di vita che richiederà un diverso mindset per affrontarlo e, quindi, onestà nel capire quali sono i valori, i bisogni e i desideri che si vorrebbero soddisfare con questa scelta lavorativa. Questo “scopo” ultimo sarà il vero motore anche per affrontare i momenti difficili.
- Occorre, poi, riuscire a identificare chiaramente la propria proposizione al mercato: quale servizio o prodotto andrò a offrire? Come? Quali sono gli elementi distintivi e a quale target rivolgersi.
- Prevedere di investire tempo ed energie per accreditarsi e iniziare a farsi conoscere. Per “preparare il terreno” l’attività sui social media è strategica per la risonanza che possono offrire e nel mentre è altrettanto fondamentale preparare chiari messaggi di presentazione e di comunicazione.
- Tra gli errori da evitare in partenza, specie se si sta valutando di lanciare un’attività microimprenditoriale da soli o con altri, il primo riguarda il timore che l’idea venga copiata e, quindi, il rischio di non confrontarsi: invece, il confronto con altri professionisti è cruciale per capire le possibilità di successo dell’idea, se il bisogno esiste, come portarla sul mercato, come commercializzarla, per quale target e con quali condizioni.
- Inoltre, l’idea non deve essere considerata immutabile: una nuova iniziativa è un cantiere sempre aperto cui applicare tecniche del mondo delle start-up, come ad esempio la tecnica del business model canvas per valutarla da tutti i punti vista, focalizzare bene il concetto di valore che si va a offrire e da qui intuire i cambiamenti da apportare, le migliorie, a volte anche i drastici cambi di direzione. Non bisogna, dunque, ostinarsi sull’idea di partenza, ma tenere conto di tutte le evidenze in corso d’opera.
- Last but not least, predisporre un piano di lavoro – che potrebbe non essere ancora un vero e proprio business plan – ma che serve come bussola di riferimento, come strumento di comunicazione verso potenziali soci e partner, per tener traccia dei vari step di evoluzione del progetto, per mettere a terra e verificare sia la coerenza delle varie scelte decisionali sui vari fronti, sia la completezza della valutazione dell’idea di business.
“Identificare e scegliere qualcosa che ci dà energia è uno dei segreti per trovare un nuovo equilibrio con un piano B – conclude Galante –. È indubbio che questo processo può aiutare ad avere anche un paracadute in caso di necessità, ma è prima di tutto una straordinaria occasione per essere protagonisti del proprio sviluppo professionale o per un rilancio. Apertura al cambiamento e capacità di confronto sono le chiavi di volta per affrontarlo”.