Vincere le emozioni nel tempo della permacrisi: siamo davvero ad un vicolo cieco?
Permacrisi è il mantra di questi giorni, ripetuto fino allo sfinimento. Le sempre più frequenti crisi finanziarie globali o locali, la pandemia che ha messo alla prova il mondo intero, la guerra alle porte dell’Europa e quella in Medio Oriente, l’orizzonte di incertezza generato dall’avvento dell’intelligenza artificiale. Un mondo senza certezze che sta generando ansie in tutti noi.
Ci sentiamo tutti in un vicolo cieco ma, come dice un vecchio detto un po’ cinico, non è il vicolo ad essere cieco ma solo chi lo sta guardando. Per questo bisogna chiedersi quali soluzioni possiamo trovare per non rimanere vittima della permacrisi. Questo è un approccio da leader consapevoli della propria professionalità individuale e manageriale.
Le soluzioni che un manager dovrebbe adottare
La prima cosa da fare è governare le emozioni. Non è una cosa semplice perché, quando realizziamo che quelle situazioni micidiali che abbiamo visto accadere solo agli altri o in televisione, ce le ritroviamo in azienda o dentro casa le prime due emozioni da gestire sono il panico e la rabbia.
Il panico è la prima emozione forte: abbiamo l’impressione di non poter gestire la situazione, il senso di spaesamento e di perdita anche solo di uno status personale. È come ricevere uno schiaffo oppure il “calcio” del film “Inception” di Christopher Nolan: certo fa male, ma intanto ci sveglia e ci avverte che c’è una situazione che richiede attenzione. Dobbiamo fare qualcosa per reagire.
Ma reagire non vuol dire farsi prendere dalla rabbia. È vero, stiamo perdendo qualcosa a cui tenevamo e, forse, non è nemmeno colpa nostra. Ma la domanda chiave che ci dobbiamo fare è: come possiamo riequilibrare la situazione? Per questo dobbiamo evitare che la rabbia prenda il sopravvento. Sfruttiamola, invece, per entrare in azione, usiamola per dare forza alle nostre azioni.
Dobbiamo attivare tutte le nostre risorse personali. Come dice Confucio, se cerchiamo una mano che ci aiuti nel momento del bisogno, la troviamo sicuramente alla fine del nostro braccio. E, se ne cerchiamo un’altra, la troviamo alla fine dell’altro braccio. Una volta che le emozioni hanno svolto il loro dovere di sveglia, dobbiamo mettere a terra le nostre risorse.
Tutte e, in primis, l’energia che genera la nostra mente. Energia per agire, per pensare, per progettare. Concentrazione, capacità di analizzare i contesti e gli eventi, pensiero laterale e approcci manageriali per la riorganizzazione delle nostre risorse. Per agire subito di conseguenza. Ma la mente non basta se il corpo non la sorregge. Ora più che mai il corpo è il tempio che dobbiamo mantenere sano perché serve per ricaricare la mente e generare energie positive. La crisi può essere la scusa buona per rimettersi in forma, eliminare gli eccessi, magari smettere di fumare.
E infine, anche se la tentazione di lasciarsi andare è forte, fare lo sforzo di capire che non siamo soli anche in questo mondo attraversato da uno stato di crisi che sembra non finire mai. Non isoliamoci cercando di fare tutto da soli.
Sembra un paradosso ma la vera occasione che questi giorni complessi ci offrono è di guardarci intorno con occhi nuovi. Possiamo unire le nostre forze, fare rete, associarci, cercare nuove alleanze, trovare amici e iniziare qualcosa di nuovo e mai visto.
D’altra parte, quando tutto sembra perduto, tutto diventa improvvisamente possibile…
“Quando tutto è perduto, tutto diventa possibile”
Robert Inman
A cura di Angelo Deiana